Era un giorno di inizio aprile del 2020, il mondo che conoscevo fino a un mese prima non esisteva più, ero chiusa in casa da sola dal 9 di marzo alle prese con la preparazione di un concorso per istruttore amministrativo che non mi appassionava più di tanto e un principio di depressione da solitudine alimentata da una temibile sindrome premestruale.
Una mia amica festeggiava il compleanno e le scrissi un Whatsapp di auguri. Mi ringraziò e, senza alcun collegamento col mio messaggio, mi disse che dovevo scrivere, che le piacevano molto le mie riflessioni e che sarebbe stata curiosa di leggere un mio pensiero sul periodo che stavamo attraversando. Non le risposi immediatamente però presi il computer e feci quel che mi aveva chiesto. Due ore dopo le risposi con un mio quasi stream of consciousness sul primo mese di lockdown.
Nei mesi successivi ho scritto spesso e spesso pensando alle sue parole.
In questo 2020 ho avuto molto tempo a disposizione. Molto l’ho perso ma molto l’ho anche usato per rispondere in misura personale alle grandi domande a cui fior di filosofi hanno tentato di rispondere da che l’uomo calca questa terra: chi sono? Da dove vengo? Dove vado?
Ebbene sono Francesca, mi appropinquo al mezzo del cammin della mia vita, sono nata e vivo a Firenze ma nessuno della mia famiglia è fiorentino, non ho ancora capito cosa voglio fare da grande ma intanto ho un’idea meno vaga di cosa sono brava a fare e cosa mi piace fare: scrivere.
Sono tante cose e persone ma sono sempre io. Non sapendo quale scegliere ho deciso che questo sarà lo spazio in cui esserle tutte.
