Lo ammetto: prima di Sanremo Diodato era solo un artista dal buffo cognome che però non avevo mai trovato il tempo di ascoltare. Questa primavera, con calma e spinta a farlo dalla ripubblicazione del suo “Che vita meravigliosa”, mi sono dedicata alla sua ultima uscita. Ebbene: a meno che non scopra capolavori nelle prossime tre settimane, è il mio album del 2020.

Riascoltando l’album in questi giorni mi sono chiesta se le melodie di Diodato fossero così lontane da melodie come quelle riempi stadi di Tiziano Ferro e mi sono risposta che no, non lo sono, hanno la stessa capacità di far saltare, cantare a squarciagola, divertire e commuovere di quelle del Tizianone nazionale, quel che hanno di diverso probabilmente è la produzione che vira più verso il rock (a me più vicino) che il pop radiofonico.

Diodato ha una voce calda, pulita e potente e una grande capacità di scrivere canzoni che esaltino la sua vocalità. I brani di questo “Che vita meravigliosa” all’ascolto sono semplici e immediati ma non c’è niente di più difficile della semplicità. Semplicità che non significa trovarsi di fronte ad arrangiamenti scarni o poco curati, anzi, ogni canzone è una piccola storia anche a livello di composizione.

Lieve e potente, con testi sinceri e mai banali, con melodie che entrano subito in testa senza scivolare nello stucchevole, “Che vita meravigliosa” è un piccolo capolavoro pop. O rock. O pop rock. O cantautorato rock. O cantautorato pop. O cantautorato pop rock.

Chiamatelo come preferite, è un album che fa bene.

Canzoni preferite: Che vita meravigliosa, Fino a farci scomparire, Un’altra estate, Fai rumore

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