Il vantaggio di avere un cugino che ascolta musica quasi totalmente diversa da quella che ascolto io è che tra una chiacchiera e l’altra a tema musica, produzione, composizione et similia, capita di segnarsi qualche nome che altrimenti avrei probabilmente o perso o fatto cadere nel dimenticatoio. Sevdaliza è uno di quei nomi.
La cosa che mi sorprende di più di Ison è quel suo non assomigliare a niente che abbia sentito in passato anche se forse è perché sono molto legata a una forma canzone più classica. Sevdaliza può avvicinarsi ai Portishead nei suoni ma la struttura delle canzoni segue un flusso decisamente meno canonico. Ison è un album di architettura sonora da ascoltare come fosse una mostra d’arte contemporanea più che un insieme di canzoni.
C’è un livello disturbante nella musica di Sevdaliza ma allo stesso tempo è dotata di un magnetismo pressoché impossibile da eludere. Raffinata ed elegante trasporta chi ascolta in un universo alto, dove tutto è morbido come il velluto e le meschinerie del mondo sono tenute lontane dall’arte.
Consigliato per chi ha il tempo di farsi letteralmente risucchiare da un universo sonoro.
Canzoni preferite: Shahmaran, Amandine insensible