Dopo qualche settimana dedicata ad album un po’ attempati oggi dirò qualche parola su un album uscito giusto dieci giorni fa: Collapsed in sunbeams della ventenne londinese Arlo Parks. Ho pigiato play a scatola pressoché chiusa avendo giusto letto qualche giudizio positivo online ma senza sapere assolutamente cosa aspettarmi.
Collapsed in sunbeams si apre con una breve poesia che introduce la tematica principale dell’album: raccapezzarsi in questi anni di passaggio tra adolescenza ed età adulta. Poi parte la combo Hurt e Too good e il piede inizia a battere il tempo come fosse un riflesso incondizionato. L’album poi prosegue tra ritmi e suoni solari e vellutati mischiati a melodie e testi malinconici e descrittivi che aprono un piccolo spaccato sui vent’anni.
Collapsed in sunbeams è un album fresco e démodé allo stesso tempo, che più che i colori e i calori del sole di mezzogiorno evoca la morbidezza di certi tramonti estivi.
Consigliato per chi vuole un album che riesce ad essere rilassante con ritmo, da ascoltare più come album che insieme di canzoni singole.
Pezzi preferiti: Hurt, Too good