A Francesca Melandri piace vincere facile con me, quando descrive i colori e gli odori dell’Asinara so esattamente di cosa sta parlando. Laddove non c’è la mia esperienza diretta di frequenti visite sull’isola posso chiedere a mia madre per cui l’Asinara, per i suoi primi trent’anni è stata casa.
In Più alto del mare siamo nel 1979, Paolo e Luisa non si conoscono ma stanno andando sull’isola per incontrare rispettivamente il figlio dentro per terrorismo e il marito per omicidio. Le circostanze li costringeranno a conoscersi e a condividere le loro esperienze di vita così distanti, professore di filosofia lui, contadina che non ha mai visto il mare lei. Insieme a loro l’agente di custodia Pierfrancesco Nitti sarà la porta da cui si intravedrà uno spaccato di vita carceraria sull’isola, dagli “sconsegnati” ai detenuti dello “speciale” il tutto con delicatezza.
Più alto del mare è un libro che si legge in un soffio ma allo stesso tempo è compiuto in tutte le sensazioni ed emozioni che propone a chi legge.
Consigliato per chi vuole una lettura veloce ma intensa.