Sono sempre stata una più da chitarroni che da synth, poi una decina di anni fa credo di aver deciso di capire perché i Cure piacessero tanto a mia sorella e al suo fidanzato. Ero in una delle mie varie fasi negative e tra gli mp3 che trovai nella cartella di musica che condividevo con mia sorella decisi di partire da quella dei Cure che andava sotto il nome di Disintegration. Qualche giorno dopo, era febbraio e nevicava, presi un autobus per andare in centro a Firenze a comprarmi il cd perché dovevo poterlo ascoltare senza un computer acceso, dal lettore cd dall’inizio alla fine distesa sul letto.

Disintegration infatti è uno di quegli album su cui pigiare play e poi affondare nelle sue note, senza pensare ad altro. Nonostante sia uno dei miei album preferiti in assoluto non ho mai conosciuto i titoli di tutte le canzoni, né tantomeno l’ordine. So i titoli dei singoli e della title track ma il resto è ridotto a un viaggio in mondi onirici e dilatati, morbidi e densi.

Consigliato per chi vuole dimenticare tutto per un’ora e dieci.

Brani preferiti: Plainsong, Love song, Pictures of you, Disintegration

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